La primavera è alle porte, aumentano le temperature e il tempo passato all’aria aperta e la leishmaniosi torna a imporsi sulla scena.
- Cos’è la Leishmaniosi?
La Leishmaniosi è una zoonosi ,ovvero una malattia infettiva che colpisce principalmente i cani ma che può essere trasmessa anche all’uomo per questo viene chamata così.
È causata da un protozoo parassita, Leishmania infantum, che si trasmette al cane attraverso la puntura del flebotomo (più comunemente chiamato pappatacio), un piccolo insetto volante che funge da vettore del parassita e che è attivo principalmente al crepuscolo
Una volta punto da un pappatacio infetto, il cane (anche nel caso in cui non manifesti la malattia) rimarrà portatore e quindi “serbatoio” dell’infezione in grado di infettare altri cani e, in alcuni casi, anche l’uomo, non in modo diretto ma sempre attraverso la puntura del flebotomo.
- E’ importante quindi riconoscere precocemente la malattia ne cane e sapere quali comportamenti seguire in questo periodo dell’anno
Sebbene non tutti i cani infetti manifestino sempre la malattia in quanto la sintomatologia dipende da sistema immunitario del sogetto, è importante fare attenzione ad alcunisegni clinici per riconoscere in tempo l’insorgere della malattia.
Fra questi: il dimagrimento dell’animale, la stancabilità,apatia,pallore delle mucose, la forfora e perdita di pelo soprattutto nella zona perioculare, la crescita abnorme delle unghie(onicogrifosi), la comparsa di sangue dal naso(epistassi) e l’ingrossamento dei linfonodi.
Nei casi più gravi, i cani possono sviluppare anche una forma di nefropatia con perdita di proteine con le urine, si manifesta con eccessiva sete ed urinazione,che può trasformarsi in insufficienza renale cronica e quindi condurre a morte il cane ,a volte l’uveite, una patologia oculare che può portare alla perdita della vista.
Per questo la parola d’ordine è prevenzione. La lotta alla diffusione di una malattia si fonda su 2 principali fattori:
la protezione dal contatto con il flebotomo, responsabile dell’infezione, tramite un adeguato e specifico antiparassitario e la vaccinazione.
In aggiunta, è consigliato effettuare delle visite semestralicon le quali si valuterà caso per caso l’approccio migliore da usare.
- In Italia, ci sono zone più a rischio di altre?
Dai dati risulta che non esistono zone a rischio zero: a causa dell’innalzamento delle temperature medie, che ne favoriscono la riproduzione, i flebotomi riescono a diffondersi anche in zone prima non favorevoli, come il Nord Italia o le aree prealpine e praticamente per tutto l’anno, soprattutto nelle zone del nostro Paese in cui le temperature sono miti per 12 mesi all’anno.